Il film di Città del Messico

19 Settembre 2020

Bisogna essere appassionati di sport per vedere la pellicola ufficiale di un’Olimpiade, ma nel caso dei giochi del 1968 a Città del Messico forse il fascino arriva anche ai meno entusiasti. Il colore rappresentativo di quell’epoca ancora largamente in bianco e nero. Un colore saturo, i neri pieni. Poi la grana della pellicola non appena la luce si fa più fioca.

I tempi e il montaggio lentissimi rispetto ai centesimi di secondo odierni, il rallentatore che a volte diventa fermo immagine privilegiato rispetto all’accelerazione.

E ancora gli avvenimenti e le persone che hanno reso questa edizione una di quelle destinate a rimanere nell’immaginario collettivo più di tante altre: ci sono John Carlos e Tommy Smith, atleti americani che comprarono un paio di guanti neri – indossandone uno per uno – e presentandosi scalzi sul podio dei 200 metri con i pugni guantati levati al cielo.

Eventi che ricorrono

Perché oggi le cose non vanno bene ma all’epoca negli Stati Uniti si stava ancora in mezzo a quello che in altri paesi si chiamava apartheid. Una forma di protesta clamorosa per quei tempi. Se penso alle recenti rivolte per l’uso sconsiderato della violenza da parte delle forze dell’ordine mi chiedo cosa siano passati a fare tutti questi anni. Il problema ci esplode ancora ciclicamente in mezzo ai piedi.

Per quelli come me, che assistono da lontano e possono ragionarci su, lo scoppio somiglia a un petardo, ma agli occhi di quelli come Carlos e Smith doveva – e deve tuttora – sembrare più una mina antiuomo.

John Carlos e Tommy Smith

C’è Bob Beamon, autore di un salto in lungo che imbarazza i commissari di gara nel compiere la misurazione. Gli strumenti dicono otto metri e novanta. Una misura impensabile, da far dubitare di quel che vedono gli occhi.
C’è Klaus Dibiasi che vince l’oro nella piattaforma da dieci metri e per me che ne sentivo parlare da bambino è una specie di supereroe.
C’è una leggendaria Vera Caslavska che compie volteggi meravigliosi alle parallele asimmetriche con una grazia da lasciare sbalorditi.

Non deve essere semplice per una persona delle ultime generazioni stare due ore davanti allo schermo a guardare il film ufficiale delle Olimpiadi di Città del Messico del 1968. Un giovane anziano come me, invece, non fa altro che ringraziare gli inventori di YouTube. Cercando nella lista dei correlati ci sono anche le Olimpiadi di Tokio, Melbourne, Montreal, oltre a quelli delle edizioni più recenti.

Collegamento

Il film ufficiale delle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 su YouTube