Serie A 2021 – giornate da 11 a 14

29 Dicembre 2020


Milano rulez!

Bellissima la partita Milan- Lazio che spicca nell’ultima giornata prima della sosta per le feste. Uno di quegli incontri in cui potrebbe vincere chiunque e il risultato – come dimostrato dalla capocciata di Hernandez* a tempo scaduto – rimane in bilico fino all’ultimo momento.

La Lazio per una mezz’ora gioca un calcio molto bello ed efficace, ma sconta – strano a dirsi, ma in realtà è storia vecchia – la sua incapacità a tradurre in gol tutto quel che crea. Anche se esce perdente, quando gioca così la squadra romana è a mio avviso una delle più belle da guardare.

Il Milan invece dimostra di non essere solo Ibra, dandomi definitivamente torto. Che emozione vedere quando gli stessi uomini giocano con convinzione diversa. Quando l’allenatore riesce a trarre il meglio – poco o tanto che sia – da ogni elemento della squadra. Quando le persone hanno e si danno il tempo di migliorare e prendere fiducia. Il Milan sembra possa rimanere protagonista del torneo ancora a lungo, se non fino alla fine.

  • correzione di Mauro Quadrelli.


Inseguimento a fari mica tanto spenti

La punta di scetticismo si deve al fatto che, se Napoli e Sassuolo rallentano e la Juve con loro, l’Inter infila una serie importante di vittorie consecutive. Sono quelle sequenze che aumentano l’autostima e alzano le asticelle, nonostante il contorno di commenti attorno all’Inter sia sempre condito di una sostanziale sfiducia. I nerazzurri sembrano essere una seria contendente nella corsa verso il titolo.

“Eh, ma tanto alla fine vince sempre la Juve, che divertimento c’è?”. C’è che quest’anno disgraziato vede i colossi cadere. La Juve in campionato non è quella compagine altezzosa che ha guardato tutti dall’alto in basso per un decennio; ma anche in altri sport – vedi la Motogp e Marc Marquez “il Cannibale” – l’incertezza sembra prevalere su tutto.


A me piace il Benevento

“E ‘sticazzi!”, commenterà qualcuno. Giusto, ci starebbe, ma intanto il ragionamento lo metto giù. Da sempre le cosiddette provinciali, meglio se provenienti direttamente dalla serie B, hanno destato le simpatie di commentatori e tifosi. Troppo facile ricordare il Vicenza di Paolo Rossi, il Perugia secondo dietro al Milan senza perdere una partita; il Verona campione d’Italia con Bagnoli in panchina e via dicendo.

Spezia e Benevento son salite in A portandosi dietro la loro personalità e non credo ci possa essere approccio migliore, anche se i risultati magari non sono conseguenti. Il Benevento se le gioca fino all’ultimo, non ha timori e pazienza se alla fine arriva la sconfitta. Quando c’è la sensazione di essere non tanto sulla strada giusta, ma su una strada che ti corrisponde, non credo si possa chiedere di più.


Quanto sei bella, Roma?

A me comunque continua ad impressionare la Roma. Avrebbe per me tutti i requisiti per entrare in pianta stabile nelle prime quattro e in effetti, mentre scrivo queste righe, è terza. Mi pare aver assunto un atteggiamento che prima non aveva: la capacità di assorbire i risultati negativi, consapevole della propria forza. Prendi il quattro a uno subìto dall’Atalanta: fino a non molto dalla fine la partita era apertissima, poi tra regali difensivi ed episodi il risultato ha virato verso i lombardi. Ma la partita non ha raccontato una storia a senso unico, anzi, e questo mi pare rimanga il tratto distintivo del torneo: non ci si capisce abbastanza da fare previsioni. Tutto molto in bilico, tutto che si rimette in discussione giornata dopo giornata. Dimmi tu se lo sport non è uno specchio fedele della società, della vita.


Abbracci

Tra le cose da salvare in queste quattro giornate gli abbracci del torinista Izzo e del laziale Luis Alberto ai rispettivi allenatori Giampaolo e Inzaghi subito dopo i loro gol – per puro caso entrambi contro il Napoli. Oh, a me ‘ste cose emozionano, spero di non dovermi scusare mai per questo.